venerdì 25 gennaio 2013

Salvador Dalì' - Il destino di ribelle

C'era un tempo in cui accadevano veri miracoli, in cui grandi artisti si incontravano e creavano insieme le magie, capaci di trasformare la nostra vita per sempre. Forse anche oggi accadono, talvolta, questi momenti. Ma, un incontro tanto fantastico quanto quello tra Salvador Dalì e Walt Disney, ancora non c'è stato. Due uomini capaci, con la forza della fantasia e dei sogni, di plasmare il nostro immaginario e la cultura globale, due giganti dell'arte che decidono di realizzare un'opera insieme, la somma di tutto il loro percorso creativo.

(Una scena dal film "Destino")
Stiamo parlando di "Destino", il cortometraggio che Dalì e Disney avevano deciso di realizzare insieme. La storia di una ballerina in cerca dell'amore, che sembra trovare, alla fine, nell'incarnazione stessa del tempo. Solo fondendosi con il mondo dei sogni potrà, però, raggiungere il suo uomo, e così deve perdersi in un delirio surrealista, quasi che fosse caduta nel pennello del grande pittore catalano, fino a diventare parte del suo amato. Circa sei minuti di pura poesia in cui viene inserito tutto l'universo daliniano, dagli orologi molli alle pagnotte da portare come cappelli, dal baseball come metafora della vita, ai giochi prospettici, dai paesaggi metafisici alle formiche.

Non ci si deve dimenticare che Dalí fu influenzato non solo da artisti suoi contemporanei, ma da tutto il mondo dell'Arte. Come una spugna assorbiva dagli stili artistici più classici ai movimenti d'avanguardia più estrema. Fra gli artisti che più lo ispirarono del mondo classico, ricordiamo: Raffaello, Bronzino, Francisco de Zurbaran, Vermeer e Velázquez.

Sigmund Freud si dichiara profondamente interessato nello scoprire la genesi delle opere di Dalì, ma quello che più lo affascina è la complessa personalità del pittore. Freud, pur non conoscendo la vicenda interiore di Dalì, deduce che qualcosa, nel corso della vita, lo ha intaccato dal punto di vista psicologico.
Dal canto suo Dalí ha un grande interesse per le teorie freudiane e la psicanalisi, che lo portano a focalizzarsi sul proprio inconscio e a farne la fonte d'ispirazione per il suo lavoro. Con la pittura, Dalí si propone di sondare e conoscere le proprie ansie, fantasie e frustrazioni.
Il metodo attraverso cui le pulsioni dell'inconscio possono assumere forma pittorica si ricollega all'automatismo psichico dei surrealisti teorizzato da Breton. “Automatismo psichico puro col quale ci si propone di esprimere, sia verbalmente che per iscritto, o in qualsiasi altro modo, il funzionamento reale del pensiero. Dettato dal pensiero, in assenza di qualsiasi controllo esercitato dalla ragione, al di fuori di ogni preoccupazione estetica o morale”.
A tale automatismo psichico Dalì assegnò un nome preciso: metodo paranoico-critico.
E lo spiega in un saggio fondamentale, "La conquista dell'irrazionale" (1935), dove descrive le proprie ricerche e afferma:
"Tutta la mia ambizione sul piano pittorico, consiste nel materializzare, con la più imperialistica smania di precisione, le immagini dell'irrazionalità concreta... che provvisoriamente non sono spiegabili né riducibili attraverso i sistemi dell'intuizione logica o i meccanismi razionali".
E ancora:"Attività paranoico-critica: metodo spontaneo di conoscenza irrazionale basato sull'associazione interpretativo-critica di fenomeni deliranti".  

Dunque, le immagini che l’artista cerca di fissare sulla tela, nascono dal torbido agitarsi del suo inconscio (la paranoia) e riescono a prendere forma solo grazie alla razionalizzazione del delirio (momento critico). Nascono così immagini di straordinaria fantasia, tese a stupire e meravigliare, grazie alla grande artificiosità della loro concezione e realizzazione.

Dalì, con grande coraggio, ha deciso di essere un artista in ogni senso, di fare della sua stessa esistenza un'opera d'arte, di essere un uomo pubblico, un uomo che è riuscito a fare di se stesso un divo. Ma era anche un uomo dalla curiosità insaziabile: nelle sue opere, si trova un'eco di tutte le scoperte e le invenzioni, di ogni dubbio o domanda.
Nelle sue tele, circonfuse di una lucida "folie", la mente e il genio trasportano le curiosità e gli interrogativi ancestrali che l'umanità da sempre si pone. Nell'alone surreale dei suoi dipinti vediamo nascite inverosimili e terribili, purezze ed estasi deliranti in un roteare geometrico di sfere, persone e passioni trasfigurate e trasportate in un altrove cosmico privo di leggi e ragione, dove ogni cosa è possibile. Dove ogni cosa è forse più reale di come ci appare nel mondo della realtà.

Salvador Dalì fu un uomo che riuscì a rendere la sua vita una provocazione continua, uno schiaffo morale al cosiddetto buon gusto dell'alta società e alle sue ipocrisie. La sua stessa esistenza  può essere paragonata ad un'opera d'arte: per l'intensità che ha sempre caratterizzato ogni minuto della sua giornata; per l'amore, talmente forte da sembrare inverosimile, che lo univa a Gala, sua musa e amante; per quello sguardo che penetrava lo spazio e leggeva oltre la parvenza delle cose; per quei suoi modi di fare strani e inclassificabili, che lo hanno reso unico e indimenticabile.
La singolarità dell'uomo, la genialità dell'artista, la fantasia della ragione, dovrebbero essere per ognuno di noi, fonte di studio e di riflessione. Forse in questo caso, più che in ogni altro, è l’artista che dobbiamo guardare, quasi prima che la sua opera. Una frase, fra le molte che ci ha lasciato, è allo stesso tempo un ottimo esempio per capire il suo livello eccezionale di egocentrismo, da vedere in chiave positiva, e vuole anche essere un augurio per tutti noi, perché possiamo farla diventare nostra e possiamo godere della nostra personalità, così come fece il grande Salvador Dalí, che diceva:
“Ogni mattina, appena prima di alzarmi, provo un sommo piacere: quello di essere Salvador Dalì!”

venerdì 18 gennaio 2013

"LA PASSIONE DELLA CONOSCENZA"

Incontri culturali di conoscenza e di approfondimento di personaggi dell’Arte e del Pensiero, di movimenti artistici, di tematiche esistenziali.
              
Domenica 10 Febbraio 2013 alle ore 16,00
L’ULTIMO BAUDELAIRE
La Lotta tra Poesia e Modernità”

Domenica 24 Febbraio 2013 alle ore 16,00
   CARAVAGGIO - “La Bellezza del Male”
FRIDA KAHLO - La Vittoria sul Destino”
  
Domenica 10 Marzo 2013 alle ore 16,00
GERTRUDE STEIN - “Sfida al Senso della Vita”
KATHERINE MANSFIELD
   “Una Voce sulla Soglia tra Terra e Cielo”

Domenica 24 Marzo 2013 alle ore 16,00
J. C. F. Hölderlin - “Il Viandante e la Bellezza
GEORGE SAND - “La sorella di Goethe”


Ingresso riservato agli associati
Tessera associativa annuale €10
Prenotazione obbligatoria

  
Associazione artistico-culturale ALETHEIA
Via Bertelli, 16 – 20127 Milano
Tel.  02.28.96.423 – associazioneculturalealetheia@gmail.com